Il modello di Business della Banca generalista è destinato a fallire !

Ogni business nasce per risolvere un problema, quale problema risolve la Banca ?

Le banche svolgono alcune importanti funzioni, tra queste ne individuo per estrema semplificazione un paio, (con buona pace degli accademici).

1) intermediazione creditizia, ovvero raccogliere i risparmi della vecchia generazione e con questi finanziare i tuoi progetti di gloria !
No, i soldi che sono sul tuo conto non rimangono fermi, non esistono bunker come quelli di zio paperone, i tuoi soldi li sta usando qualcuno per fare impresa o per andare a cena, ma stai tranquillo, quando vorrai prelevare, la Banca ti consegnerà il tuo denaro, non tutto insieme, un poco alla volta.

2) prestazione di servizi
– predisposizione di strumenti in grado di sostituire la moneta legale nei pagamenti, come la moneta cartolare (assegni bancari e circolari) e la moneta scritturale ed elettronica (bonifici, pagamenti con carte di credito e bancomat, etc.;
– informazione sugli investimenti possibili;
– assicurazioni;
– polizze auto, vita, furto e incendio, leasing;
– pagamento bollette ed utenze;
– al Bancoposta anche cellulari, televisioni, bici ecc.

3) Arricchire i banchieri*

Ebbene le Banche svolgono una funzione importantissima, favoriscono la circolazione del denaro e consentono la ri-allocazione di risorse economiche dai risparmiatori agli imprenditori/investitori.
Sebbene nell’ultimo periodo, orientativamente da Basilea 2 in poi per le Banche è divenuto economicamente più vantaggioso allocare risorse negli investimenti finanziari piuttosto che nella concessione di prestiti ai privati ed alle piccole e medie imprese, ancora oggi le banche sono il principale interlocutore per le aziende.

Basilea 2 e successive, nata su modello anglosassone, ha guardato troppo alle esigenze del nord europa dimenticando che in Italia le aziende hanno in media una piccola dimensione, sono sotto-capitalizzate ed hanno un patrimonio aziendale estremamente basso rispetto alla media europea. Tutte queste caratteristiche rendono per le banche la concessione di credito alle aziende estremamente complesso e “costoso”.

Queste caratteristiche determinano un costo -rischio eccessivo per gli istituti di credito, che hanno preferito allocare risorse nell'”intangibile” mondo della finanza.

Semplificazioni forse ? Lo sono, ma meglio poche idee chiare che un manuale poco chiaro.

Quindi le banche non hanno interesse ad investire nella Fratelli Rossi e CO e cosa fanno dei risparmi della nonna del Sig. Rossi ? Li danno ai fondi di investimento o ad altre istituzioni finanziarie. Qui la banca commerciale tradisce se stessa, la sua vocazione, la sua stessa definizione accademica.

La banca di fatto non risolve più il problema della Fratelli Rossi e Co, ed il Cliente Fratelli Rossi sta già pensando a come rinunciare alla Banca e trovare altre forme di finanziamento per sostenere la propria azienda. I Sig. Rossi probabilmente arriveranno a dire alla loro nonna di non tenere più i risparmi in banca e loro stessi guarderanno ad altri soggetti per ottenere credito.
Ma è stato sempre così ? Perché mai la banca di un paese può investire in fondi che si trovano dall’altra parte del mondo anziché collocare il denaro dei propri “portafogli” in aziende presenti sul proprio territorio di competenza ?

Facciamo un passo indietro, nell’anno 1993 il Congresso degli Stati Uniti istituì il Glass-Steagall Act per evitare che nella storia l’America dovesse fronteggiare una nuova crisi finanziaria come quella che nel 1933 che aveva portato al fallimento numerose banche americane.

La legge bancaria Glass-Steagall mirava a introdurre misure per contenere la speculazione da parte degli intermediari finanziari e prevenire una nuova crisi.

La prima misura fu quella di istituire la Federal Deposit Insurance Corporation con lo scopo di garantire i depositi e prevenire eventuali corse allo sportello e ridurre il rischio di panici bancari.

La seconda misura prevedeva l’introduzione di una netta separazione tra attività bancaria tradizionale e attività bancaria di investimento. In base alla legge, le due attività non poterono più essere esercitate dallo stesso intermediario, realizzandosi così la separazione tra banche commerciali e banche di investimento.

La ragione di tale ultimo provvedimento era quella di evitare che il fallimento di una banca di investimento comportasse altresì il fallimento della banca commerciale: in questo modo, si impediva, di fatto, che l’economia reale fosse direttamente esposta al pericolo di eventi negativi prettamente finanziari.

Inutile dire che nel 1999 le norme che prevedevano la separazione tra attività bancaria tradizionale e investment banking, sono state abrogate, senza alterare le disposizioni che riguardavano la Federal Deposit Insurance Corporation.

L’abrogazione ha permesso la costituzione di gruppi bancari che, al loro interno, permettono, seppur con alcune limitazioni di esercitare sia l’attività bancaria tradizionale sia l’attività assicurativa e di investment banking.

In Italia la Legge bancaria del 1936 introdusse lo standard americano della Legge Glass-Steagall, abrogata per “responsabilità” di Mario Draghi, il padre del Testo unico bancario del 1993 che ha, di fatto, rimesso in piedi una pericolosa commistione fra banche commerciali e banche d’affari, abolendo.

La separazione degli istituti era voluta per fare in modo che il credito ipotecario e il risparmio fossero gestiti da un istituto dedicato, la banca commerciale, che non poteva acquistare titoli emessi da aziende private coi denari dei suoi clienti. La nonna dei Rossi doveva risparmiare per finanziare l’azienda dei nipoti, dei cugini, delle loro mogli, dei loro amici, insomma di qualcuno che portasse valore nel proprio territorio.

Separata dalla banca commerciale c’era la banca d’investimento la quale si occupava esclusivamente di investire in borsa il denaro affidatogli dai propri clienti. Investiva nella finanza.

L’unione dei due istituti ha progressivamente permesso alla finanza di poter operare con somme sempre piu’ consistenti provenienti dalla fusione delle due banche perseguendo di fatto il profitto finanziario(esponendosi a grandi rischi) a discapito della tutela del risparmio.

Torniamo ad oggi, le banche stanno vivendo un problema strutturale, avendo rinunciato a finanziare l’economia reale, hanno di fatto rinunciato a quella quota di fatturato ed utile derivante dagli impieghi, solo in parte compensata dalle voci di bilancio per erogazione di servizi. Di contro i “sicuri” investimenti finanziari hanno al contrario esposto l’azienda banca ad importanti perdite, con buona pace di Basilea 2, nata proprio per garantire la solidità patrimoniale delle banche, ironia della sorte.

Oltre questo le politiche di sostegno hanno creato un enorme costo di reputazione, per cui gli istituti bancari non godono più della fiducia dei loro correntisti. Dovrebbero svalutare il valore dei marchi nei loro bilanci.

Vi è inoltre, un altro problema, non di poco conto, i grossi gruppi bancari non hanno un vero target di riferimento, hanno esteso il loro brand, brand stretching, in così tanti prodotti, mercati e settori che i consumatori non trovano più alcuna differenza tra una banca e l’altra, guardano solo ed unicamente il prezzo, la convenienza e la prossimità territoriale.

Ma presto i nodi verranno al pettine perché con internet ed il libero mercato i giovani inizieranno ad aprire conti su piattaforme estere, con buona pace dei gruppi bancari italiani.

I primi “sintomi” di questo cambiamento sono evidenti, basti pensare a servizi di trasferimento denaro quali Stripe, Paypall.

Cosa si può fare ?
a) riflettere sulla principale competenza
b) definire il proprio target
c) risolvere il problema del target nel miglior modo possibile
d) comunicare la differenza
e) tagliare il superfluo
f) diventare i numeri 1 al mondo nella risoluzione di quello specifico problema per quello specifico target
g) rinunciare ad essere una banca generalista per diventare un simbolo emozionale

Mauro

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